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Chi desiderasse sottoporre dei quesiti può scrivere una e-mail direttamente ai mediatori familiari dello Spazio di Mediazione Familiare. 

Domanda:
Io e mia moglie siamo in procinto di separarci in modo consensuale con affidamento congiunto del nostro bambino Giacomo, di 6 anni. Come possiamo spiegare al bambino, per evitargli il più possibile di risentirne, che il papà non dormirà più a casa? Il bimbo è attaccatissimo a suo papà, che verrà molto spesso a trovare Giacomo, magari per dargli la buona notte: ci sarà sicuramente un grosso cambiamento nella vita di tutti noi che il bimbo di certo avvertirà. 
Come possiamo meglio affrontare la cosa con il bambino? Quali sono le parole più adatte per spiegargli cos'è la separazione? Temiamo che comunque Giacomo possa soffrire per la nostra scelta… 
Grazie
Pietro e Marta

Risposta:
Gentili Signori Pietro e Marta,
la comunicazione della separazione ai bambini costituisce uno dei momenti più delicati della transizione alla separazione, in quanto assume sia per i bambini sia per gli adulti il significato di ufficializzare la decisione dei genitori di non abitare più sotto lo stesso tetto, ponendo definitivamente tutti i componenti della famiglia di fronte al passaggio da "famiglia unita" a "famiglia separata". E se già per gli adulti risulta difficile affrontare questo cambiamento, i bambini dispongono certamente di minori risorse per comprendere la situazione: se non adeguatamente preparati dai genitori, può infatti accadere che essi si reputino responsabili della separazione, temano di perdere l'affetto della mamma o del papà, o manifestino disagio a livello emotivo, sociale, comportamentale...
Riflettere con particolare cura e attenzione sulla modalità con cui comunicare al vostro bambino la decisione di separarvi è quindi particolarmente importante, in quanto egli avrà bisogno di essere molto rassicurato dell'affetto che entrambi i genitori provano nei suoi confronti.  Il bimbo dovrà comprendere che sia la mamma sia il suo papà non lo abbandoneranno mai, spiegandogli con parole adeguate alla sua età che la sua famiglia continuerà ad esistere nonostante il papà abiti in un'altra casa. Per favorire l'adattamento del bambino sarà utile comunicare a Giacomo, ad esempio, i giorni e gli orari in cui vedrà rispettivamente l'uno o l'altro genitore, in modo che possa incominciare a prefigurarsi il futuro, anticiparlo e crearsi l'aspettativa di una routine e un ritmo settimanale che scandisca e organizzi il tempo in modo prevedibile. Per quanto riguarda la modalità concreta in cui potrà avvenire la comunicazione vi suggerisco di immaginare il momento in cui parlare al bambino, il luogo, se saranno presenti entrambi i genitori o meno, chi prenderà la parola per primo, ecc. ...
Fondamentale è che il bambino riceva un messaggio univoco e condiviso sulla separazione da parte dei genitori, al fine di trasmettere una spiegazione dei cambiamenti della famiglia che sia per lui assimilabile ed accettabile come parte della propria storia. Ciò che è infatti dannoso per i bambini non è la separazione in sè, ma il clima di pervasiva conflittualità e rancore che può crearsi in tali situazioni. La scelta di un affidamento congiunto, la disponibilità reciproca a mantenere una condivisione delle responsabilità genitoriali e l'attenzione che mostrate nei confronti dei bisogni e del benessere del vostro bambino indica già di per sè che siete dei buoni genitori, in grado di trovare il modo migliore per aiutare Giacomo a vivere serenamente questa fase. Nel caso in cui tuttavia sentiste l'esigenza di consultare un esperto per affrontare il tema della comunicazione della separazione al bambino, mi sembra possa essere gradito segnalarvi la risorsa della "Mediazione Familiare", finalizzata ad aiutare i genitori a riorganizzare le relazioni familiari e a gestire, grazie a tecniche specifiche, i differenti aspetti della separazione coniugale.

Dott. ssa Lidia Porri

Domanda:
Sono separata da circa 2 anni e ho un bambino, Filippo, di 5 che vive con me. Le condizioni di separazione prevedono un calendario di visita per il papà nella misura di un week-end alternato comprensivo del venerdi sera e di tutti i mercoledi‘ pomeriggio, oltre a 15 giorni durante le vacanze estive e 5 giorni durante quelle natalizie.
I primi tempi detto calendario veniva rispettato da entrambi. Ultimamente, invece, il mio ex marito sta creando la consuetudine di vedere il piccolo un pomeriggio alla settimana in più rispetto a quanto concordato in sede di separazione. Come mi devo comportare? Grazie.
 

Risposta:
Gentile Signora,
dal punto di vista strettamente giuridico lei avrebbe il diritto di interrompere immediatamente la consuetudine di suo marito di fare a Filippo una visita infrasettimanale non concordata. Tuttavia,  per la sua serenità e soprattutto per quella di suo figlio, le sugegrirei di conoscere prima le motivazioni che hanno spinto il papà di Filippo ad intensificare le occasioni di incontro con il figlio. E’ possibile che suo marito abbia modificato l’orario lavorativo in modo tale da potere, oggi, beneficiare di una mezza giornata libera o, semplicemente, ora  che Filippo è più grandicello, sta riscoprendo delle competenze genitoriali fino a qualche tempo fa per lui impensabili.
Il consiglio che mi sento di darle è quindi di porsi in ascolto dei nuovi bisogni di suo marito e naturalmente di quelli del piccolo Filippo e valutare se magari un cambiamento di quanto  stabilito due anni fa possa risultare oggi più soddisfacente per tutti, anche per lei.
Nel caso in cui ci fossero delle difficoltà di dialogo tra lei e il suo ex marito, la informo che brevi percorsi di Mediazione Familiare mirati ad una modifica delle condizioni di separazione si sono rivelati particolarmente utili.
Tanti auguri.

Dott.ssa Cristina Cesana

 

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